lunedì 27 luglio 2015

Intesa San Paolo: arriva la condanna del Tribunale di Milano


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“Non è corretto da parte della Banca convenuta l’aver predisposto, utilizzato ed applicato clausole anatocistiche passive nei conti correnti dei consumatori a partire dal 1/1/2014”: è quanto scrive il Tribunale di Milano che, con ordinanza del primo luglio, ha inibito a Intesa Sanpaolo ogni forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori. Prosegue in questo modo la campagna Stop Anatocismo lanciata dal Movimento Consumatori, che aveva promosso il procedimento cautelare.

Accogliendo il ricorso proposto dal Movimento Consumatori, si legge nell’ordinanza, il Tribunale di Milanoinibisce alla predetta parte convenuta di dare corso a qualsiasi ulteriore forma di anatocismo degli interessi passivi con riferimento ai contratti di conto corrente già in essere o che verranno in futuro stipulati con consumatori, nonché di predisporre, utilizzare e applicare clausole anatocistiche nei predetti contratti”.

La banca è stata condannata a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sulla home page del proprio sito Internet e a comunicarlo a tutti i consumatori con le stesse modalità con le quali vengono inviati gli estratti di conto corrente. Il Movimento Consumatori ricorda che  “la decisione conferma l’orientamento del tribunale di Milano e di quello di Cuneo (ordinanza del 29 giugno scorso) che hanno condannato, il primo ING Bank, BPM e Deutsche Bank e il secondo la Banca Regionale Europea a cessare ogni pratica anatocistica”.

Il tribunale di Milano ha confermato che dal 1° gennaio 2014 per le banche è vietata ogni forma di anatocismodice Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento Consumatori – gli interessi scaduti non possono più produrre nuovi interessi che devono essere conteggiati solo sul capitale. Anche il tribunale di Milano ha chiarito che il divieto di anatocismo non comporta alcun profilo di illegittimità con il diritto europeo, affermando  che l’eliminazione di una condizione gravosa quale l’anatocismo può, al contrario, agevolare la penetrazione delle banche estere nel mercato italiano”. Come precisato dal tribunale di Milano il divieto di anatocismo, enunciato dal nuovo articolo 120 T.U.B., è chiarissimo e non necessita di alcun intervento del CICR al quale può spettare solo l’individuazione delle modalità di applicazione e conteggio degli interessi.


L’associazione invita Intesa Sanpaolo ad attivare al più presto una procedura di conciliazione. “Il tribunale di Milano – sostiene Alessandro Mostaccio, segretario generale dell’associazione – ha accertato un comportamento illecito di una delle più importanti banche italiane che conta quasi 11 milioni di correntisti ‘retail e personal’ per una quota del mercato italiano di circa il 15%. Secondo le nostre stime (complessivamente 2 miliardi all’anno di interessi anatocistici a favore dell’intero sistema bancario italiano) Intesa Sanpaolo potrebbe aver incassato dal 2014 circa 400 milioni di euro, considerando i consumatori e le imprese. Invitiamo la banca ad avviare urgentemente una procedura di conciliazione per restituire alla propria clientela gli interessi anatocistici illegittimamente incassati. La nostra associazione provvederà, altrimenti ad avviare una class action per tutelare i correntisti”.

Help Consumatori


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