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“Non è
corretto da parte della Banca convenuta l’aver predisposto, utilizzato ed
applicato clausole anatocistiche passive nei conti correnti dei consumatori a
partire dal 1/1/2014”: è quanto scrive il Tribunale di Milano che, con
ordinanza del primo luglio, ha inibito a Intesa Sanpaolo ogni forma di
capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica in tutti i
contratti di conto corrente con i consumatori. Prosegue in questo modo la
campagna Stop Anatocismo lanciata dal Movimento Consumatori, che aveva promosso
il procedimento cautelare.
La banca
è stata condannata a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sulla home page
del proprio sito Internet e a comunicarlo a tutti i consumatori con le stesse
modalità con le quali vengono inviati gli estratti di conto corrente. Il
Movimento Consumatori ricorda che “la decisione conferma l’orientamento
del tribunale di Milano e di quello di Cuneo (ordinanza del 29 giugno scorso)
che hanno condannato, il primo ING Bank, BPM e Deutsche Bank e il secondo la Banca Regionale
Europea a cessare ogni pratica anatocistica”.
“Il
tribunale di Milano ha confermato che dal 1° gennaio 2014 per le banche è
vietata ogni forma di anatocismo – dice
Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio del Movimento
Consumatori – gli interessi scaduti non possono più produrre
nuovi interessi che devono essere conteggiati solo sul capitale. Anche il
tribunale di Milano ha chiarito che il divieto di anatocismo non comporta alcun
profilo di illegittimità con il diritto europeo, affermando che
l’eliminazione di una condizione gravosa quale l’anatocismo può, al contrario,
agevolare la penetrazione delle banche estere nel mercato italiano”. Come
precisato dal tribunale di Milano il divieto di anatocismo, enunciato dal nuovo
articolo 120 T.U.B., è chiarissimo e non necessita di alcun intervento del CICR
al quale può spettare solo l’individuazione delle modalità di applicazione e
conteggio degli interessi.
L’associazione invita Intesa
Sanpaolo ad attivare al più presto una procedura di conciliazione. “Il tribunale di Milano – sostiene
Alessandro Mostaccio, segretario generale dell’associazione –
ha accertato un comportamento illecito di una delle più importanti banche
italiane che conta quasi 11 milioni di correntisti ‘retail e personal’ per una
quota del mercato italiano di circa il 15%. Secondo le nostre stime
(complessivamente 2 miliardi all’anno di interessi anatocistici a favore
dell’intero sistema bancario italiano) Intesa Sanpaolo potrebbe aver incassato
dal 2014 circa 400 milioni di euro, considerando i consumatori e le imprese.
Invitiamo la banca ad avviare urgentemente una procedura di conciliazione per
restituire alla propria clientela gli interessi anatocistici illegittimamente
incassati. La nostra associazione provvederà, altrimenti ad avviare una class
action per tutelare i correntisti”.
Help Consumatori
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