E’ ancora
possibile fare la spesa al supermercato con i buoni pasto elettronici? In molti
si saranno fatti questa domanda, visto che da giorni circolano notizie
allarmistiche sulle novità subentrate dal 1° luglio sui buoni pasto.
Altroconsumo chiarisce: la novità vera è che ci sono meno tasse su quelli
elettronici, il cui valore esentasse passa dai 5,29 euro del cartaceo a 7 euro.
Non c’è, invece, alcun cambiamento sulla possibilità di fare la spesa con i
ticket. Il problema è che attualmente sono davvero pochi gli esercizi
commerciali che li accettano.
L’Associazione
ci tiene a precisare che una delle notizie che si è diffusa nei giorni scorsi
sull’impossibilità di pagare la spesa al supermercato o la cena in
pizzeria con i ticket elettronici non è vera: i buoni elettronici hanno gli stessi limiti di
quelli cartacei e rispetto a questo punto la normativa non è cambiata.
Il vero
cambiamento riguarda la tassazione: dal 1° luglio 2015, il valore esentasse dei
ticket elettronici è passato da 5,29 euro a 7 euro. Per i buoni cartacei, invece, il tetto di
esenzione è rimasto fissato a 5,29 euro. L’obiettivo è quello di
avvicinare il valore dei ticket italiani alla media europea, ma anche di
rendere più veloci e sicure le transazioni. Di conseguenza, ai lavoratori
che beneficiano dei ticket elettronici ogni mese entrerà in tasca qualche
centesimo di euro in più.
Il
reale problema è che, al momento, l’accettazione dei buoni elettronici è
davvero molto bassa. Ad
esempio i Ticket restaurant (che sono tra i più diffusi), vengono accettati in
formato elettronico da appena 4.000 esercizi commerciali contro i 150.000
esercizi che accettano quelli cartacei (meno del 3% degli esercizi
convenzionati).
Altroconsumo
sottolinea che per i lavoratori il passaggio dal buono cartaceo alla card porta
diversi vantaggi:
- i buoni sono caricati sulla card senza dovere necessariamente passare al ritiro in azienda;
- si riduce la possibilità di furto/smarrimento e di utilizzo da parte di malintenzionati, visto che ogni card prevede una specifica procedura per il furto/smarrimento con il blocco della stessa e l’emissione di una nuova carta con la valorizzazione dei buoni smarriti;
- risparmio fiscale: come detto grazie alle nuove norme i lavoratori avranno qualche centesimo in più in busta paga.
Ci sono
vantaggi anche per i negozianti:
- gestione più rapida della contabilizzazione, che avviene elettronicamente, e quindi possibilità di avere il pagamento dalla società emittente in minor tempo;
- riduzione del rischio di furto/smarrimento dei buoni pasto.
Ma ci sono per loro anche grossi svantaggi:
- le commissioni di incasso, già altissime per i buoni cartacei, sono più alte;
- dovrebbero avere dai 4 ai 6 lettori per garantire l’accettazione di tutte le possibili card.
Il
problema principale è che non esiste un Pos unico: ogni società emittente di buoni ha il suo
lettore POS. E di buoni pasto elettronici ne esistono diversi tipi: Ticket
restaurant card ed Elunch di Endered, Day TRonic di Day Ristoservice,
Pellegrini card, Blu Ticket card, Lunch Tronic di Sodexo (che emette Passlunch,
Ristomat), Qui! Ticket card, E ticket di Gemeaz. Per cui ogni esercizio commerciale, per poter
garantire l’accettazione di tutti i buoni pasto elettronici, dovrebbe avere
almeno 6 diversi lettori di card. Qui! Group, Sodexo e Day
Ristoservice hanno annunciato a marzo di volere introdurre un Pos unico in
grado di leggere le diverse loro carte (sono in attesa del parere delle
Autorità competenti). Pellegrini ha deciso di usare per la sua card i lettori
di carte di credito, ovviamente quelli di proprietà di operatori con cui ha
stretto una convenzione (al momento Cartasì, Setefi, alcune BCC, consorzio
Triveneto). Però alla fine sicuramente non c’è la possibilità di avere un POS
unico per tutte le card.
“Per
ridurre gli svantaggi per esercenti e lavoratori, e rendere il passaggio al
buono elettronico più semplice possibile – conclude Altroconsumo – bisogna
lavorare sulla riduzione delle commissione di sconto del buono pasto (pagare
fino al 15% è inaccettabile) e sull’introduzione di un POS unico”.
Art. redatto da Help Consumatori
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