sabato 25 luglio 2015

Banche: tempi certi per farci cambiare conto: ma rispettano le regole?





Dal 26 giugno le banche hanno dovuto offrire tempi certi e rapidi ai clienti che volevano cambiare conto, fornendo indennizzi in caso di ritardi. Ma la realtà è un’altra: nonostante Banche e Poste abbiano avuto tre mesi di tempo per adeguarsi alle nuove norme, che prevedono l’obbligo di concludere la procedura di cambio entro 12 giorni lavorativi, le informazioni al cliente sono ancora fuorvianti, i moduli mancano e le procedure non tengono conto della nuova legge. E’ quanto è emerso dall’inchiesta realizzata da Altroconsumo.

L’Associazione,
dal 6 al 10 luglio, ha visitato 10 agenzie e due uffici postali di Milano, Roma e Napoli:  rappresentanti si sono recati nelle agenzie e negli uffici postali ed hanno chiesto di trasferire il conto corrente di cui erano titolari, per verificare lo stato di applicazione delle nuove norme. Di fatto, il modulo di autorizzazione era presente solo in 3 agenzie (appena l’8% di quelle visitate): un ufficio postale di Napoli e due agenzie di Intesa San Paolo (una a Napoli e l’altra a Roma). Nel resto delle agenzie non sapevano cosa fosse il modulo o non era ancora disponibile.

C’è poi il capitolo delle informazioni sbagliate: ad esempio sulla tempistica massima per il trasferimento del conto è stato detto che i tempi dipendono dalla vecchia banca o dal tempo che impiegano i gestori per trasferire gli addebiti sul conto delle bollette. “Niente di più falso – precisa Altroconsumo – La legge afferma che la nuova banca esegue il trasferimento entro 12 gg lavorativi e che, comunque, nei sei mesi successivi, le due banche comunicano fra di loro per eventuali servizi di addebito o di accredito (dunque le bollette non possono risultare “non pagate”). E poi con l’addebito Sepa basta comunicare al gestore il nuovo Iban per effettuare il cambio di conto.
“La legge dunque stenta a decollare”: in tutti i casi gli operatori, nel corso dell’inchiesta, hanno parlato delle nuove regole solo se sollecitati e comunque è emerso chiaramente che, nella maggior parte dei casi, non sono ancora preparati in maniera adeguata. La procedura che viene comunicata al cliente è quella di chiusura del vecchio conto, apertura del nuovo e quindi trasferimento dei rapporti. In pratica quello che è accaduto finora, senza tenere conto delle nuove norme che invece prevedono che sia la nuova banca a mettersi in contatto con la vecchia per il trasferimento dei servizi di pagamento e quindi del saldo”.

Manca ancora il decreto del Ministero delle Finanze che prevede un indennizzo al cliente in caso di ritardi e questo di certo non facilita la rapida attuazione della norma. Altroconsumo ha chiesto al Ministero di non far cadere nel vuoto la regolamentazione di questa nuova norma. Nel frattempo se il cliente dovesse subire ritardi nella chiusura del conto vige comunque il principio della tempistica massima prevista dalla legge e se si sono subiti dei costi per i ritardi è possibile chiederne il rimborso con reclamo alla banca. Quindi, se non arriva una risposta soddisfacente entro 30 giorni dal ricevimento, con ricorso all’Arbitro bancario e finanziario.

In attesa che le nuove norme entrino veramente in vigore, l’Associazione invita il consumatore a verificare quali solo le migliori offerte e se è il caso cambiare conto: si possono risparmiare ogni anno parecchi euro.


Articolo redatto da Help Consumatori

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