Dal 26 giugno
le banche hanno dovuto offrire tempi certi e rapidi ai clienti che volevano cambiare
conto, fornendo indennizzi in caso di ritardi. Ma la realtà è un’altra:
nonostante Banche e Poste abbiano avuto tre mesi di tempo per adeguarsi alle
nuove norme, che prevedono l’obbligo di concludere la procedura di cambio entro
12 giorni lavorativi, le informazioni al cliente sono ancora fuorvianti, i
moduli mancano e le procedure non tengono conto della nuova legge. E’ quanto è
emerso dall’inchiesta realizzata da Altroconsumo.
dal 6 al 10 luglio, ha visitato 10 agenzie e due uffici postali di Milano,
Roma e Napoli: rappresentanti si sono recati nelle agenzie e negli uffici
postali ed hanno chiesto di trasferire il conto corrente di cui erano titolari,
per verificare lo stato di applicazione delle nuove norme. Di fatto, il
modulo di autorizzazione era presente solo in 3 agenzie (appena l’8% di quelle
visitate): un ufficio postale di Napoli e due agenzie di Intesa San Paolo (una
a Napoli e l’altra a Roma). Nel resto delle agenzie non sapevano cosa
fosse il modulo o non era ancora disponibile.
C’è poi il
capitolo delle informazioni sbagliate: ad esempio sulla tempistica massima
per il trasferimento del conto è stato detto che i tempi
dipendono dalla vecchia banca o dal tempo che impiegano i gestori per
trasferire gli addebiti sul conto delle bollette. “Niente di più falso –
precisa Altroconsumo – La legge afferma che la nuova banca esegue il
trasferimento entro 12 gg lavorativi e che, comunque, nei sei mesi successivi,
le due banche comunicano fra di loro per eventuali servizi di addebito o di
accredito (dunque le bollette non possono risultare “non pagate”). E poi
con l’addebito Sepa basta comunicare al gestore il nuovo Iban per effettuare il
cambio di conto.
“La legge dunque stenta a
decollare”: in tutti i casi gli operatori, nel corso dell’inchiesta, hanno
parlato delle nuove regole solo se sollecitati e comunque è emerso chiaramente
che, nella maggior parte dei casi, non sono ancora preparati in maniera
adeguata. La procedura che
viene comunicata al cliente è quella di chiusura del vecchio conto, apertura
del nuovo e quindi trasferimento dei rapporti. In pratica quello che è accaduto
finora, senza tenere conto delle nuove norme che invece prevedono che sia la
nuova banca a mettersi in contatto con la vecchia per il trasferimento dei
servizi di pagamento e quindi del saldo”.
Manca ancora il decreto del
Ministero delle Finanze che prevede un indennizzo al cliente in caso di ritardi e questo di certo non facilita la rapida
attuazione della norma. Altroconsumo ha chiesto
al Ministero di non far cadere nel vuoto la regolamentazione di questa
nuova norma. Nel frattempo se il cliente dovesse subire
ritardi nella chiusura del conto vige comunque il principio della
tempistica massima prevista dalla legge e se si sono subiti dei costi per i
ritardi è possibile chiederne il rimborso con reclamo alla banca.
Quindi, se non arriva una risposta soddisfacente entro 30 giorni dal
ricevimento, con ricorso all’Arbitro
bancario e finanziario.
In attesa che
le nuove norme entrino veramente in vigore, l’Associazione invita il
consumatore a verificare quali solo le migliori offerte e se è il caso cambiare
conto: si possono risparmiare ogni anno parecchi euro.
Articolo redatto da Help Consumatori
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